Sin da quando giocava nelle giovanili dell’Atalanta, ogni volta che entrava in campo, iniziava lo “show time”.
Dejan Kulusevski è stata la rivelazione della scorsa stagione. Un fenomeno vero che ha regalato al Parma e ai suoi tifosi momenti esaltanti. Per non parlare dei fantallenatori che avevano scommesso su di lui quando era ancora sconosciuto ai più, strappando un prezzo vantaggioso in sede d’asta e gustandosi reti e assist a profusione.
Non è un caso se, dopo soli cinque mesi, la Juventus abbia deciso di affondare il colpo e portarlo a Torino per fargli vestire la maglia bianconera e garantire lo “show time” ogni volta che la Vecchia Signora entra in campo. Piutre, il primo brand di abbigliamento per chi ha il Fantacalcio nel cuore, vi vuole raccontare proprio DK44.
Ma a modo suo: spingendo sulle emozioni, sui ricordi, viaggiando nel passato con lo stile di quel “Fantacalcio dei Sogni” (il Fantacalcio Vintage che ha permesso ai nostri social Facebook @piutresport, Instagram @piutrefantacalcio e Youtube @piutrefantacalcio di essere cliccati da migliaia di follower) che riporta nel mondo di oggi i fenomeni del passato.
E allora perché non giocare con la fantasia e rileggere i grandi del pallone, in un futuro padrone del calcio mondiale.
A chi assomiglia Dejan Kulusevski?
Le opinioni si sprecano. Pareri eccellenti che ci permetteranno di scavare nella serie A che fu per rivivere giocatori, protagonisti e aneddoti. Mettetevi comodi, indossate il vostro capo di abbigliamento Piutre (trovate il catalogo completo sul sito www.piu3.it) e immergetevi nei ricordi.
Sandro Sabatini, affermato giornalista Mediaset, affianca lo svedese a un fenomeno vero: “Secondo me assomiglia a Zidane”. Difficile dargli torto: di Zizou ha l’eleganza, il tocco di palla, il piacere dell’assist, la capacità di anticipare il gioco e vedere corridoi impensabili per la maggior parte dei colleghi. Dejan ha rimarcato più volte come la sua posizione preferita in campo sia proprio quella di trequartista e chi meglio del campione del mondo francese (per di più con un passato alla Juventus) può essere considerato l’esempio perfetto in cui specchiarsi. Da uno juventino a un altro: Pavel Nedved è stato indicato dall’ex tecnico del Parma, Roberto D’Aversa, come il campione a cui fare riferimento se si vuole andare a ritroso nel tempo: “Dejan fa 12-13 chilometri di media a partita ma riesce ad abbinare la qualità alla quantità. Sono pochi quelli così”. Forse meno potente della “furia ceca” (così l’attuale dirigente bianconero era soprannominato quando giocava) ma una tenuta fisica e una serie di movimenti che sicuramente favoriscono l’accostamento: anche Nedved partiva da posizione decentrata per poi trovare lo specchio della porta entrando in campo. Proprio come il Kulusevski impostato da D’Aversa nel Parma della scorsa stagione.
E rimanendo in casa crociata, c’è un calciatore che si è sbilanciato ulteriormente. Ma non un calciatore qualsiasi. Stiamo parlando del capitano Bruno Alves: “Per me è più simile a Figo, ovvero a una tipica ala portoghese. Dejan è creativo e capace di giocate determinanti”. Il centrale difensivo scomoda un monumento del football lusitano: nonostante sia un classe 2000, Kulusevski ha dimostrato di saper essere decisivo in Serie A. Con una semplice giocata, con un passaggio filtrante, con un cross pennellato sulla testa di un attaccante. Questo è il segreto del campione vero. Figo lo è stato: i tifosi dell’Inter hanno potuto gustarsi gli ultimi battiti di una carriera vissuta in Spagna tra Real Madrid e Barcellona. Ma, nonostante l’età avanzata, Luis è spesso riuscito a essere decisivo. Come dimenticare la punizione dal limite dell’area che ha assicurato la Supercoppa Italiana ai nerazzurri al termine di una clamorosa rimonta contro la Roma? (da 0-3 a 4-3 con un gol di Figo al 94’). Fantasia al potere anche per il primo allenatore di DK44 ai tempi del Brommapojkarna, Andreas Engelmark: “Ha la stessa capacità di dribbling di Robben”. Un altro esterno offensivo, in questo caso un mancino che parte da destra ed è capace di meravigliare il pubblico con quel piede. Andate a vedere le parabole con cui Dejan ha segnato al Bologna in maglia Parma. Oppure la prima rete con la casacca della Juve. L’effetto dato al pallone è quello dei tipici gol “alla Robben”. E quindi qual è la risposta corretta? In una nazione di 60 milioni di allenatori (e 7 milioni di fantallenatori) ogni opinione può essere accettata. L’unica cosa che si può fare è sedersi comodi, sugli spalti o sul divano di casa, indossare un capo Piutre con cui vivere le emozioni positive del calcio e… godersi lo “show time”.
Pietro Razzini
Piutre Fantacalcio