Un’eredità importante

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Numero 02 – ottobre 2020

Il calcio nel cuore. Il mondo della comunicazione nella testa. Un pizzico di incoscienza e tante idee da mettere a disposizione della Biancazzurra.

Pierfrancesco Deusebio si è presentato con l’entusiasmo di un bambino, il giorno in cui è stato nominato presidente della società. Entusiasmo ma non solo ovviamente: organizzazione, determinazione nel raggiungere i propri obiettivi e una massiccia dose di umanità, elemento indispensabile per farsi benvolere immediatamente all’interno di un ambiente totalmente nuovo per lui.

“È stato l’amico Andrea Fiore a coinvolgermi in questo progetto. Io ho sempre amato il calcio anche se non l’avevo mai vissuto da protagonista, uno volta tolti gli scarpini. Sono veramente contento di poter tornare ad assaporare questa realtà”.
Già perché Pierfrancesco Deusebio vive (e ha vissuto) l’amore per il pallone a 360 gradi: “Prima in campo, vestendo la casacca di diverse squadre del territorio tra cui Quattro Castella, Colorno e Fontanellato.
Poi professionalmente, perché grazie alla mia azienda, “Ufficio Promozioni Italia”, ho lavorato fianco a fianco con il Parma Calcio. E ancora come tifoso: non me ne vogliano gli amici crociati ma sono un supporter della Juventus.
E ora anche da dirigente, in un percorso con la Biancazzurra che è cominciato a luglio e che mi sta coinvolgendo sempre di più”.

Presidente Biancazzurra

Da dove nasce la scelta di diventare presidente della società?
“Alla Biancazzurra mancava questo tipo di figura dopo la scomparsa dello storico presidente Mazzali. Serviva un uomo che non fosse solo immagine ma anche coordinamento per i tutti coloro che dedicano il loro tempo a questa realtà. Mi sono reso disponibile con grande piacere e in breve tempo mi sono sentito assorbito da un vortice che mi porta a Lentigione quasi tutti i giorni”.

È il segno che si tratta di un ambiente che le piace.
“Mi hanno accolto in maniera splendida: oltre ad Andrea Fiore, devo citare Vittorio Mazzali, figlio dell’ex presidente. Mi ha aiutato a muovere i primi passi in un territorio che non conoscevo. Vittorio ha la Biancazzurra nel cuore. E ancora Brenno Lasagni, un direttore sportivo di grande esperienza, capace di darmi sempre un punto di vista differente. Daniela Gatti, essenziale nella gestione del settore amministrativo. Juri Bertasi e la moglie Olga, indispensabili per la vita degli spazi in cui lavora la società e la squadra”.

Una società che è al suo anno zero?
“Esattamente. Ma questo non vuol dire che si strutturi in una situazione di attesa. Anzi: l’ambizione è quella di capire realmente le nostre potenzialità per poi darci degli obiettivi veri e raggiungibili. Abbiamo un progetto chiaro nella nostra mente”.

Su che basi si fonda questo progetto?
“Innanzitutto il senso di appartenenza: due terzi della squadra sono stati confermati e i nuovi acquisti hanno sposato la filosofia della Biancazzurra, una società gestita in maniera moderna che non guarda solo al campo ma che mette in campo, e il gioco di parole è voluto, tutto quello che può servire per raggiungere grandi traguardi. Non mi nascondo nel dire che la nostra ambizione sia quella di tornare a giocare in Promozione. Non so se sarà quest’anno o più avanti. Ma faremo di tutto per riuscirci”.

Cosa intende quando parla di società moderna?
“Parto da un esempio per essere chiaro: Lentigione ha un impianto meraviglioso. Noi vogliamo farlo rendere al massimo, non solo per i nostri allenamenti e una partita ogni due settimane. La vita dello stadio durante tutta la settimana, con eventi, manifestazioni e attività sportive, darebbe un valore aggiunto non solo al paese ma a tutta la zona circostante Brescello. E questo è stato perfettamente recepito dal sindaco”.

Dalla poltrona al campo: da chi riparte la squadra?
“Da Enzo Aiolfi, il nostro mister. Mi aspetto grandi cose da lui. Ha tutta la mia stima. E poi da Matteo Russo, ex giocatore della Biancazzurra, ora aiuto allenatore. Il collante perfetto tra tecnico e spogliatoio. Il calcio come divertimento, attaccamento all’ ambiente e condivisione nello spogliatoio. In più c’è la volontà da parte mia di riorganizzare la società come se fosse un’azienda: vogliamo ripartire da questi capisaldi per crescere”.

E se chiudesse gli occhi e le chiedessi di pensare alla Biancazzurra, cosa le viene in mente?
“Il passaggio del primo turno della Coppa Emilia. Una gioia immensa: ho visto l’ entusiasmo dei giocatori e dei dirigenti. Ho sentito i calciatori che hanno intonato un coro per me: in maniera spontanea hanno voluto rendermi partecipe di questo loro successo. La mia speranza è di rivivere ancora tante notti come quella”.

Pietro Razzini

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